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Sottoscritto l’altro giorno al Viminale un protocollo d’intesa per realizzare il progetto “Apertura dei corridoi umanitari”. L’accordo replica quello già siglato nel 2017, considerato una best practice a livello europeo.

L’intensa trovata  tra i  ministeri dell’Interno e degli Esteri, la Comunità di Sant’Egidio e la Conferenza Episcopale italiana.
Permetterà l’arrivo in Italia, in modo legale e in condizioni di sicurezza, di 600 potenziali beneficiari di protezione internazionale nell’arco di due anni, soggetti vulnerabili provenienti da Etiopia, Giordania e Niger.

Le associazioni, in collaborazione con l’Unhcr, a individuare i destinatari del progetto e ad assicurare loro accoglienza e sostegno nel processo di inserimento socio-culturale.

«Sono contenta di aver firmato questo protocollo come ultimo atto del mio mandato – ha detto Gerarda Pantalone che da capo del dipartimento per le Libertà civili e l’Immigrazione è stata nominata prefetto di Roma – . In linea con quanto sostenuto da questo Governo, i corridoi umanitari rappresentano un importante canale legale per l’ingresso di persone che presumibilmente sono meritevoli di protezione, in particolare di bambini, nuclei familiari e soggetti più vulnerabili».

L’accordo è stato firmato, oltre che dal prefetto Pantalone, dal ministro plenipotenziario degli Affari esteri Luigi Maria Vignali, dal presidente della Comunità di Sant’Egidio Marco Impagliazzo, dal segretario generale monsignor Stefano Russo della Conferenza episcopale italiana.

Protocollo d’intesa

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