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Dopo un anno dall’attacco di Hamas, Gaza è diventata un teatro di sofferenza umana, e le persone con disabilità stanno affrontando una crisi senza precedenti. La Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap (FISH) lancia un appello accorato affinché la comunità internazionale non ignori questo dramma.

Il conflitto tra Hamas e Israele ha avuto conseguenze devastanti. Oltre 1.200 israeliani sono stati uccisi e circa 255 ostaggi, di cui un centinaio ancora nelle mani dei rapitori. La risposta di Israele ha acceso una guerra sanguinosa che ha causato migliaia di morti e feriti nella Striscia di Gaza, inclusi numerosi bambini e donne. A essa si aggiunge l’escalation del conflitto in Libano, che continua a fare vittime.

Oltre alla devastazione materiale e alla perdita di vite umane, il conflitto ha profondamente impattato la salute fisica e mentale di milioni di persone. L’orrore dei combattimenti ha portato a un incremento drammatico delle disabilità, che notoriamente compromettono la capacità delle persone di condurre una vita autonoma. In tale contesto, le condizioni delle persone con disabilità a Gaza sono particolarmente critiche: l’accesso a servizi di base, assistenza medica e supporto necessario per una vita dignitosa è estremamente limitato.

La FISH sottolinea come le persone con disabilità siano tra le più vulnerabili nei contesti bellici, subendo un prezzo altissimo in termini di sofferenza e discriminazione. “La comunità internazionale deve intervenire urgentemente per garantire la protezione dei civili, prestando particolare attenzione ai più fragili”, afferma la giunta della FISH. “È imperativo mettere in atto tutte le misure necessarie per giungere a una soluzione pacifica del conflitto. Non c’è futuro senza pace”.

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Il dramma delle persone disabili a Gaza non può essere ignorato. È fondamentale che la situazione venga portata all’attenzione del mondo intero, affinché le vite di queste persone siano salvaguardate e sostenute con l’urgenza che meritano. La speranza risiede nell’azione collettiva e nell’impegno per costruire un futuro di pace e inclusione, in cui ogni individuo possa vivere con dignità e sicurezza.

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