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di Giuseppe Musto
Capri (Na) – La lettera aperta di Anna Maria rappresenta un importante punto di partenza per una riflessione più profonda sui temi dell’inclusione e dell’empatia. Il coraggio di condividere la propria storia personale permette di fare luce su problemi che spesso vengono trascurati o minimizzati dalla società. La sua denuncia non è solo quella di una madre, ma di una voce collettiva che chiede attenzione e rispetto per la diversità.
L’emarginazione delle persone con disabilità, come nel caso del suo bambino autistico, non è un fenomeno isolato, ma riflette una cultura che spesso ignora le sfide quotidiane che queste persone e le loro famiglie devono affrontare. La mancanza di empatia e di comprensione genera isolamento, non solo per le persone coinvolte, ma per l’intera comunità, che perde l’opportunità di crescere e arricchirsi attraverso la diversità.
L’appello di Anna Maria ha il potenziale di mobilitare le comunità e spingerle a promuovere politiche e iniziative di inclusione. Iniziative locali, come corsi di sensibilizzazione e formazione su tematiche legate alla neurodiversità, possono contribuire a creare spazi più accoglienti e rispettosi. La formazione è fondamentale per ridurre i pregiudizi e costruire relazioni basate sulla comprensione e sul supporto reciproco.
In questo modo, la storia di Anna Maria diventa non solo un momento di denuncia, ma anche una chiamata all’azione. La comunità di Capri e altre possono trarre insegnamento da questa esperienza per costruire un ambiente più inclusivo e empatico, dove ogni individuo, indipendentemente dalle proprie differenze, possa trovare il proprio posto. La vera inclusione non è solo accettare le differenze, ma anche celebrarle e sfruttarle come un’opportunità per crescere insieme come società.
Scusate.
Scusate se mio figlio è autistico.
Scusate se mio figlio non è ancora autonomo.
Scusate se mio figlio non sa parlare spontaneamente.
Scusate se chiedo che il posto auto per i disabili sia accessibile e non occupato h24.
Scusate se abito a Marina Piccola e visti i servizi praticamente assenti sono costretta ad avere un auto.
Scusate se chiediamo insistentemente il sostegno scolastico vista la sua condizione.
Scusate se chiediamo la presenza di un educatore a scuola, già presente ed a lui assegnato, ma che non possiamo avere perché non abbiamo l’insegnante di sostegno.
Scusate se mio figlio vorrebbe partecipare alle attività, come la festa dell’accoglienza a scuola e invece viene lasciato in classe.
Scusate se esiste un bambino autistico nell’isola della felicità, dove non abbiamo diritto a saltare la fila del bus, ne quella al supermercato.
Scusate se abbiamo addirittura l’ardire di chiedere quei diritti che, almeno sulla carta, ci spetterebbero.
Scusate di tutto…
Ma ricordate che mio figlio non ha scelto e nemmeno noi.
Non è colpa sua, ma la mancanza di empatia in questa società è davvero imbarazzante.
Chiedo scusa a tutti.
Ma ripeto ringrazio i bambini! I bambini hanno un cuore grande, tutti i compagni di scuola di Antonino. A loro in assoluto va il nostro ringraziamento ♥️! Antonino vi vuole bene. Anche se non lo fa vedere come però fate voi!