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Tre persone paraplegiche sono tornate a camminare grazie a una nuova tecnica di stimolazione elettrica del midollo spinale che veicola gli impulsi in modo ultra preciso attraverso un impianto senza fili.

I pazienti, dopo alcuni mesi di riabilitazione  sono riusciti a riconquistare il controllo delle gambe paralizzate mantenendolo anche dopo lo spegnimento dello stimolatore: ora camminano autonomamente, solo con l’aiuto delle stampelle o del deambulatore.

Il risultato senza precedenti è pubblicato in un doppio studio sulle riviste Nature e Nature Neuroscience dai ricercatori del Politecnico federale (Epfl) e dell’Ospedale universitario (Chuv) di Losanna.

A differenza di altre due recenti sperimentazioni fatte negli Stati Uniti, il nuovo protocollo ha permesso di ripristinare la funzione neurologica mantenendola anche quando la stimolazione elettrica veniva spenta.

Il successo del progetto, chiamato Stimo(STImulation Movement Overground), si deve alla combinazione di stimolazione midollare e terapia fisica eseguita con un supporto che sorregge il peso del paziente.

“I nostri risultati si basano su anni di ricerche condotte sui modelli animali, che ci hanno permesso di mimare in tempo reale il modo con cui il cervello attiva naturalmente il midollo spinale”, intervistato dai vari media neuroscienziato Gregoire Courtine, spiega: ”Tutti i pazienti hanno ripreso a camminare nel giro di una settimana usando un supporto per il peso corporeo”, aggiunge la neurochirurga Jocelyne Bloch, che ha posizionato gli impianti per la stimolazione nei tre pazienti.

“Ho capito subito che eravamo sulla strada giusta”. -continua- “il fatto che il controllo dei movimenti venga mantenuto anche dopo la stimolazione suggerisce che questa stimolazione combinata con la riabilitazione aiuti davvero a guidare la plasticità e la guarigione del sistema nervoso attorno alla lesione”. Secondo Moritz, il futuro per il trattamento delle lesioni spinali si fa sempre più luminoso. “Grazie al duro lavoro e ai piccoli progressi di coraggiosi partecipanti impegnati in laboratorio – conclude l’esperto – il campo delle lesioni spinali è pronto a fare un grande passo avanti nel trattamento di quella che fino a poco tempo fa veniva considerata una paralisi incurabile”.

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Una speranza anche Manuel Bortuzzo anche se al momento solo un’ipotesi, che richiederà molte verifiche che possano accertarne l’eventuale fattibilità. Ma per Manuel Bortuzzo – il giovane nuotatore diciannovenne vittima di un agguato che lo scorso febbraio gli ha compromesso l’utilizzo degli arti inferiori – una speranza di ripresa potrebbe arrivare dalla nuova tecnica di stimolazione elettrica del midollo spinale ‘wireless’ che ha permesso a 6 persone paraplegiche di tornare a camminare. Ad ipotizzarlo all’ANSA è Grégoire Courtine, del Politecnico Federale di Losanna, il cui gruppo di ricerca ha ideato la tecnica, insieme a Jocelyne Bloch del Policlinico Universitario di Losanna. “E’ prematuro parlarne – ha detto Courtine, che oggi ha presentato i risultati aggiornati della metodologia innovativa in un convegno alla Fondazione Santa Lucia IRCCS – ma potenzialmente Manuel potrebbe rispondere al trattamento”.

Il prossimo anno, ha spiegato, verrà infatti avviata la sperimentazione della tecnica su pazienti con lesioni spinali recenti e si potrebbe ipotizzare di valutare, se le verifiche del caso ne confermeranno l’opportunità, l’eventuale inserimento di Manuel in questa sperimentazione. Courtine ha tenuto a precisare che si tratta solo di un'”ipotesi” e di non aver conosciuto personalmente Manuel. Ha inoltre sottolineato che il caso di Manuel è “complesso”, poichè la lesione spinale è stata determinata da un proiettile.

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