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La pensione di reversibilità è un trattamento economico che, a determinate condizioni, viene riconosciuto dall’Inps ai familiari di un pensionato deceduto: si tratta, in particolare, del pagamento mensile di una quota della pensione che veniva percepita dal defunto.
Come dichiara l’Inps, «la pensione ai superstiti è un trattamento pensionistico riconosciuto in caso di decesso del pensionato o dell’assicurato in favore dei familiari superstiti. La pensione di reversibilità è pari a una quota percentuale della pensione» del defunto. «La pensione indiretta è riconosciuta nel caso in cui l’assicurato abbia perfezionato 15 anni di anzianità assicurativa e contributiva ovvero 5 anni di anzianità assicurativa e contributiva di cui almeno 3 nel quinquennio precedente la data del decesso»
Se ci sono sia il coniuge sia un ex coniuge, la pensione di reversibilità va ripartita tra di loro in base alla durata dei singoli matrimoni e delle eventuali convivenze more uxorio, oltre all’importo dell’assegno divorzile e la posizione economica dei superstiti.
Inoltre, spetta ai figli minorenni; ai figli inabili al lavoro e a carico del genitore; ai figli maggiorenni studenti, a carico del genitore, che non prestino attività lavorativa, che frequentano scuole o corsi di formazione professionale equiparabili ai corsi scolastici, nei limiti del 21esimo anno di età; ai figli maggiorenni studenti, a carico del genitore, che non prestino attività lavorativa, che frequentano l’università, nei limiti della durata legale del corso di studi e non oltre il 26esimo anno di età Il superstite è a carico del pensionato se sussistono le condizioni di non autosufficienza economica e di mantenimento abituale. «Per l’accertamento della vivenza a carico – spiega Inps – assume particolare rilievo la convivenza con il defunto». Inoltre, i figli studenti hanno diritto anche se svolgono un lavoro dal quale deriva un piccolo reddito «annuo non superiore a un importo pari al trattamento minimo annuo di pensione previsto dal Fondo Pensioni lavoratori dipendenti maggiorato del 30%, riparametrato al periodo di svolgimento dell’attività lavorativa»In assenza del coniuge e dei figli, o se questi non hanno diritto alla pensione ai superstiti, possono usufruirne i genitori del pensionato deceduto che al momento del decesso hanno compiuto il 65esimo anno di età, non siano titolari di pensione e risultino a carico del defunto. Oppure i fratelli celibi e le sorelle nubili del pensionato che al momento della morte di quest’ultimo siano inabili al lavoro, non siano titolari di pensione, siano a carico del deceduto
Corte Costituzionale, qualche giorno fa, con la sentenza n. 88/2022 ha stabilito che la pensione di reversibilità dei nonni deve essere concessa non solo ai nipoti minorenni ma anche ai maggiorenni orfani dei genitori e inabili al lavoro L’importo della pensione di reversibilità è una quota percentuale che varia a seconda del grado di parentela del superstite e del numero di beneficiari. Ad esempio, al coniuge solo spetta il 60% della pensione che percepiva il defunto; se ci sono coniuge e un figlio l’80%; coniuge e 2 o più figli il 100%; un figlio solo il 70%; 2 figli l’80%; 3 o più figli il 100%; a un genitore solo il 15%; 2 genitori il 30%; un fratello o sorella soli il 15%; 2 fratelli o sorelle il 30% Per la pensione di reversibilità, la domanda deve essere presentata online all’Inps attraverso il servizio dedicato. Oppure attraverso il contact center e gli enti di patronato e intermediari. La pensione ai superstiti decorre dal primo giorno del mese successivo a quello del decesso del pensionato o dell’assicurato.