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Con l’aumento dell’aspettativa di vita, in generale sia uomini che donne vivono molto di più rispetto a qualche decina di anni fa e questo causa molto spesso la necessità di affiancare, ad anziani e anziane, una figura professionale che li assista giorno e notte, soprattutto quando malati o non autosufficienti. Queste persone si chiamano caregiver e, proprio in questi giorni, sono finiti al centro di una sentenza che finalmente gli riconosce qualche diritto in più.

I caregiver non sono altro che persone che si prendono la responsabilità di un’altra persona, spesso disabile o anziana, sia in ambito personale che domestico. Possono essere di due tipi: ci sono quelli familiari, quindi che prestano cura a un genitore o comunque un parente e ci sono quelli professionali, che quindi lo fanno per lavoro e per persone esterne alla propria famiglia. La figura del caregiver è riconosciuta dalla legge e, proprio in questi giorni, è stato riconosciuto loro un diritto importante.

 

Novità per i caregiver: cosa ha deciso la Corte di Giustizia Europea

 

Di recente, una lavoratrice ha richiesto al proprio datore di lavoro un turno fisso e sempre uguale, così che potesse essere una caregiver familiare nei confronti del figlio affetto da grave disabilità: in questo modo, avrebbe potuto sia continuare a lavorare che assistere la persona bisognosa. Il fatto è finito fino alla Corte di Cassazione, la quale ha rinviato la decisione finale alla Corte di Giustizia Europea.

In particolare, ciò su cui la Corte di Cassazione si è interrogata è relativo alla discriminazione: questa non solo non dev’essere applicata al lavoratore disabile, ma anche al caregiver che si occupa di un parente disabile, così che possa continuare a lavorare e, contestualmente, occuparsi della persona bisognosa. Il caregiver, quindi, non dev’essere ostacolato nelle sue funzioni assistenziali, così che la vita del disabile stesso sia tutelata al cento per cento.

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