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di Giuseppe Musto
Nel silenzio che ripromessa a se stessa, una madre si trova costretta a parlare. Una madre che lotta per l’innocenza e la dignità di sua figlia, una bambina autistica, in un sistema che sembra tradire i suoi doveri fondamentali.
Nei giorni scorsi, la madre ha avviato un’azione legale per difendere i diritti mancati di sua figlia, una decisione difficile ma necessaria, dettata da una crescente frustrazione e da un senso di impotenza. La sua rabbia non è rivolta solo a chi ha il dovere di proteggere, ma anche a un sistema che sembra ignorare l’importanza di ogni singolo bambino.
La madre si interroga: perché certe istituzioni non fanno ciò che è giusto prima di essere costrette ad affrontare cause legali? La scontentezza di molti genitori risuona, evidenziando una mancanza di responsabilità che danneggia i più vulnerabili.
In un contesto in cui si professano valori come la solidarietà e l’inclusione, perché ci sono ancora persone che si oppongono all’avanzamento dei diritti per i bambini autistici? La domanda rimane senza risposta, lasciando spazio all’indignazione.
Un altro punto di contesa è l’attenzione pubblica non richiesta. Pubblicare informazioni personali riguardo la vita di una bambina autistica è un atto di violenza. La madre, difendendo il diritto alla privacy della figlia, sottolinea che non si tratta di soldi, ma di dignità. Dignità di una vita che merita rispetto e protezione.
Un paradosso inquietante emerge: coloro che precedentemente difendevano i diritti degli autistici ora sembrano voltarsi dall’altra parte. Questo cambio di fronte subisce la condanna della madre, che chiede rispetto e unità da parte di tutti coloro che si dichiarano sostenitori dei diritti dei bambini con disabilità.
Con questo appello, la madre non chiede solo solidarietà, ma una revisione profonda del modo in cui la società tratta i bambini con disabilità. La denuncia è chiara: lottare per i diritti di una bambina autistica è una responsabilità collettiva.
Il messaggio di questa madre, carico di dolore e determinazione, non deve passare inosservato. La dignità e i diritti dei più fragili sono un dovere che spetta a tutti noi proteggere.
In nome di tutti i bambini che, come sua figlia, meritano di essere ascoltati e rispettati, questa madre si fa portavoce di una battaglia che non è solo personale, ma collettiva. È un richiamo alla società affinché riconosca e agisca, per non lasciare indietro nessuno. La dignità dei bambini autistici non è un argomento da trattare con leggerezza. È una questione di vita o di morte, e la madre di questa bambina non si fermerà finché non sarà fatta giustizia.