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La Corte d’Appello di Torino ha confermato la condanna a dodici mesi di reclusione e al risarcimento dei danni a favore della vittima, sancita nel 2016 dal Tribunale di Verbania, per due persone che tramite Facebook avevano insultato gravemente una donna con acondroplasia, patologia congenita di nanismo, a causa della sua disabilità.

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Il giudice ha condannato i due imputati a 12 mesi di reclusione (la richiesta del Pm era di 8 mesi) e al risarcimento dei danni a favore della vittima. Il giudice ha disposto il risarcimento dei danni anche per le tre associazioni che si sono costituite parte civile: LEDHA -, Aisac (Associazione per l’informazione e lo studio dell’acondroplasia) e “Acondroplasia insieme per crescere”. L’ammontare complessivo delle provvisionali, comprese le spese legali di tutte le parti costituite, è di circa 50mila euro.

La Ledha informa che la vicenda ha avuto inizio e si è sviluppata nell’ambito dell’attività professionale della donna, che lavora come avvocato. La persona offesa è stata pesantemente insultata e denigrata a causa della sua disabilità da due persone che hanno pubblicato su Facebook di frasi ed espressioni diffamatorie e discriminatorie, in quanto la diffamazione ruota attorno al proprio nanismo.

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