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Per il personale docente impegnato nelle classi con alunni con disabilità, è previsto 25 ore di Formazione obbligatoria,  indirizzata all’inclusione scolastica dell’alunno con disabilità e a garantire il principio di contitolarità della presa in carico dell’alunno stesso.

L’annuncia il decreto, firmato dal Ministro Bianchi, e previsto dalla Legge di Bilancio 2021, che ha destinato uno specifico finanziamento di 10 milioni di euro per la realizzazione di interventi di formazione obbligatoria del personale docente “non specializzato” impegnato nelle classi con alunni con disabilità.

Quali sono le misure prese a tutela dell’inclusione scolastica e disabilità

Con la legge finanziaria 2021, si è dato grande  spazio all’inclusione scolastica degli studenti con disabilità, di fatto è previsto un graduale aumento dei docenti di sostegno:

  • 5 mila per l’anno scolastico 2021/2022,
  • 11 mila per quello 2022/2023,
  • 9mila per il 2023/2024.

Allo scopo di concretizzare l’inclusione scolastica degli alunni con disabilità, per ciascuno degli anni scolastici 2021/2022, 2022/ 2023 e 2023/2024 saranno stanziati 10 milioni di euro per l’acquisto e la manutenzione di attrezzature tecniche e di sussidi didattici.

Inclusione alunni disabili, arriva l’obbligo formativo per i docenti-IL DECRETO Condividi il Tweet

Annunciato l’incremento del fondo (ex cosiddetta “Buona scuola”) per 10 milioni di euro per il 2021 da destinare alla formazione obbligatoria del personale docente impegnato nelle classi con alunni con disabilità. Tale formazione, “è finalizzata all’inclusione scolastica dell’alunno con disabilità e a garantire il principio di contitolarità nella presa in carico dell’alunno stesso”.

Misure per la disabilità sono inserite anche nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza approvato lo scorso aprile dal Governo e che usufruirà anche dei fondi europei per sostenere la ripresa dopo la Pandemia.

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Tutti gli investimenti e interventi per favorire l’inclusione sociale saranno controllati dall’ Osservatorio Nazionale sulla condizione delle persone con disabilità affinché tutte le riforme siano effettivamente inclusive.

Con la legge di bilancio 2020 il Governo ha  creato un Fondo disabilità e non autosufficienza e ha allocato complessivamente €800 milioni per il triennio 2021-2023. La prima riforma che verrà finanziata con queste risorse è finalizzata alla realizzazione della “Legge quadro della disabilità” che si proporrà di realizzare pienamente i principi della convenzione ONU secondo un approccio coerente con la Carta dei diritti fondamentali dell’Unione Europea e con la recente “Strategia per i diritti delle persone con disabilità 2021-2030” presentata a marzo 2021 dalla Commissione europea. In particolare, la riforma semplificherà l’accesso ai servizi, i meccanismi di accertamento della disabilità e potenzierà gli strumenti finalizzati alla definizione del progetto di intervento individualizzato

Inoltre, il piano prevede una serie di interventi e riforme che si esplicano in 6 missioni, fra queste la 4 missione, Istruzione e ricerca che ha l’obiettivo è rafforzare il sistema educativo, le competenze digitali e tecnico-scientifiche, la ricerca e il trasferimento tecnologico. Particolare attenzione è volta alle persone con disabilità, nell’ambito degli interventi per ridurre i divari territoriali nella scuola secondaria di secondo grado.

IL DECRETO

Ai sensi dell’art. 1, gli interventi si articoleranno in unità formative che potranno essere sviluppate in:

  1. formazione in presenza e/o a distanza,
  2. sperimentazione didattica documentata e ricerca/azione,
  3. lavoro in rete,
  4. approfondimento personale e collegiale,
  5. documentazione e forme di restituzione/rendicontazione,
  6. progettazione.

Per ciascuna unità formativa sarà necessario garantire un minimo di 17 ore di formazione in presenza e/o a distanza (punto a) e 8 ore di approfondimenti, con le modalità di cui ai punti da b) a f).

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La partecipazione alle attività formative è obbligatoria e non prevede esonero dal servizio.

Critica la FLC Cgil: “Valutiamo negativamente l’aver stabilito per legge un obbligo che prevede per i docenti carichi di lavoro oltre l’orario di servizio e ribadiamo che l’attività di formazione, non prevista contrattualmente come obbligo, dovrebbe in ogni caso essere rimessa, nella sua pianificazione e quantificazione, all’autonomia scolastica e alla sovranità degli Organi Collegiali, prevedendo l’esonero dal servizio qualora non siano sufficienti i 5 giorni già previsti dal Ccnl“.

“Ricordiamo, inoltre, – scrive il Sindacato – che il “Patto per l’innovazione del lavoro pubblico e la coesione sociale” sottoscritto dal governo con i sindacati prevede che ogni pubblico dipendente sia titolare di un diritto/dovere soggettivo alla formazione, che la contrattazione, non altro, dovrà garantirne l’esigibilità e che le attività di apprendimento e di formazione devono essere considerate a ogni effetto come attività lavorative, quindi da effettuarsi in orario di servizio“.

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