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Il Geen Pass europeo rischia già di dover alzare bandiera bianca di fronte al diffondersi della variante Delta, che preoccupa in modo diverso i vari paesi. Con l’annuncio delle frontiere chiuse da mercoledì a chi non avrà completato il ciclo vaccinale da almeno 14 giorni, Malta fa da apripista nell’Ue introducendo nuove restrizioni ai viaggi, e altre ne seguiranno.
Secondo la Commissione Europea, come spiegato nelle Faq pubblicate nella versione inglese del sito, al momento sono gli Stati membri a decidere se accettare un certificato di vaccinazione dopo una dose o dopo il completamento dell’intero ciclo di vaccinazione. Dunque ci si muove in ordine sparso, stanti alcune regole valide per tutti. In Italia ad esempio, dove il Pass viene rilasciato dopo 14 giorni dalla prima somministrazione, si discute ora dell’ipotesi di una rimodulazione della certificazione a causa della variante delta, e non è escluso che le modalità di rilascio possano cambiare in breve tempo.
A questo proposito, la Commissione Ue sottolinea come “i certificati saranno rilasciati a qualsiasi persona che abbia ricevuto una vaccinazione COVID-19 in uno Stato membro dell’UE, indipendentemente dal numero di dosi. Il numero di dosi sarà chiaramente indicato nel certificato digitale COVID UE per indicare se il corso di vaccinazione è stato completato. Inoltre – si legge ancora -, il regolamento impone agli Stati membri di accettare i certificati di vaccinazione alle stesse condizioni”, e cioè che “ad esempio, quando uno Stato membro decide di revocare le restrizioni di viaggio per i propri cittadini che hanno un certificato per la prima dose di un vaccino che ha ricevuto l’autorizzazione all’immissione in commercio in tutta l’UE e che ne prevede due, deve estendere lo stesso trattamento ad altri cittadini dell’UE”.
Notizie più certe, invece, sulla doppia dose: il 31 maggio scorso, si legge ancora, la Commissione ha infatti “proposto agli Stati membri di revocare le restrizioni ai viaggi per le persone che sono completamente vaccinate (al più tardi 14 giorni dopo l’ultima dose) o guarite dal COVID-19 e che sono titolari del certificato digitale dell’UE per la COVID-19”. Una proposta alla quale gli Stati Ue sono stati per altro invitati ad uniformarsi.
Spetta sempre agli Stati membri, inoltre, “decidere se somministrare solo una dose di un vaccino che preveda due dosi alle persone guarite” dal virus. In tal caso, si spiega “il certificato di vaccinazione deve indicare che il ciclo di vaccinazione è stato completato a seguito della somministrazione di una dose. La Commissione ha proposto che le persone che hanno ricevuto una singola dose di un vaccino a due dosi, dopo essere state precedentemente infettate da COVID-19, dovrebbero essere considerate completamente vaccinate ai fini del viaggio”.
In sostanza, quindi, la Commissione Ue non impone che le vaccinazioni siano necessariamente due per consentire l’ingresso nei Paesi membri, ma di fatto lascia che siano gli stessi Paesi membri a decidere se sia necessaria una doppia somministrazione per entrarvi.
Al momento c’è un problema legato a Spagna e Portogallo, paesi in cui la variante Delta sta marciando a ritmi sostenuti. Il governo francese ha sconsigliato ai propri cittadini di recarsi nella penisola iberica, ora la Francia potrebbe seguire quanto fatto dalla Germania, che ha incluso Spagna, isole comprese, e Cipro fra le zone ad alto rischio. Controlli ai confini anche in Slovacchia e Lituania, che non seguono più il regime a colori Ue e tornano a prescrivere isolamento fiduciario, rispettivamente, per chi non ha completato il ciclo di immunizzazione e per chi arriva da una zona rossa.
In Grecia il pass sanitario è necessario anche per gli spostamenti fra le isole, in Portogallo è tornato il coprifuoco tra le 23 e le 5 del mattino, con anticipo degli orari di chiusura di bar e ristoranti. Serve comunque il pass per consumare all’interno, così come per prenotare un alloggio di qualsivoglia tipo. Insomma, un puzzle che rischia di complicarsi ulteriormente nei prossimi giorni.