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L’ultimo rapporto Eurydice, lanciato in occasione della Giornata Mondiale dell’Insegnante (5 ottobre), dal titolo a differenza dello stipendio di un docente italiano rispetto ad uno europeo si realizza soprattutto a fine carriera, quando, grazie agli aumenti dovuti a meccanismi di incremento automatico (con un’attesa che va tra i 5 gli 8 anni) si concretizza appena con un più del 50%.

Questo rapporto analizza gli stipendi degli insegnanti e dei capi di istituto nelle scuole pubbliche preprimarie, primarie e secondarie di 42 sistemi educativi europei. L’anno di riferimento è il 2018/19.

L’analisi comparativa prende in esame gli stipendi tabellari degli insegnanti neoassunti e le prospettive di aumento salariale durante la loro carriera. Mostra anche le principali variazioni degli stipendi tabellari negli ultimi anni, gli stipendi medi effettivi, comprese le indennità e altre remunerazioni aggiuntive, e gli stipendi dei capi di istituto.

Il rapporto include schede nazionali con informazioni dettagliate, per ciascun paese, sugli stipendi, le indennità e le altre remunerazioni aggiuntive di insegnanti e capi di istituto. I dati vengono raccolti congiuntamente dalle reti Eurydice e OCSE/ NESLI.

Tenendo presente che il livello salariale è generalmente correlato allo standard di vita misurato in termini di prodotto interno lordo pro capite, in paesi con PIL basso come Bulgaria, Lettonia, Ungheria, Polonia, Romania e Slovacchia lo stipendio di base degli insegnanti neoassunti è al di sotto dei 9000 € annui.

 

Gli stipendi di italiani, francesi, portoghesi e inglesi si collocano invece nel range tra 22.000 e 28.000 € lordi annui, che corrisponde alla media europea.

Va meglio agli insegnanti in Belgio, Irlanda, Spagna, Paesi Bassi, Austria, Finlandia, Svezia e Scozia, ma ancor di più ai colleghi di Danimarca, Germania, Lussemburgo, Svizzera, Islanda, Liechtenstein e Norvegia, tutti paesi con un PIL pro capite alto e in cui gli stipendi superano anche i 50.000 euro annui.

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Sono molte le differenze tra i paesi europei anche per quanto riguarda l’importo e il tempo necessario per gli aumenti di stipendio correlati alla progressione di carriera.

Ci sono infatti paesi in cui gli stipendi iniziali possono aumentare durante la carriera di un docente da circa il 12% fino addirittura al 116%. Così come il numero medio di anni necessari per raggiungere lo stipendio più alto va da 6 anni in Scozia ad addirittura 42 in Ungheria.

In l’Italia gli insegnanti hanno bisogno di una significativa anzianità di servizio per raggiungere aumenti salariali piuttosto modesti. Gli stipendi iniziali degli insegnanti italiani possono aumentare di circa il 50% solo dopo 35 anni di servizio. Simile è la situazione in Spagna per un aumento del 42%, mentre in Germania e in Svezia gli stipendi iniziali possono aumentare nel tempo al massimo fino al 32%.

 

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