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Di Giuseppe Musto

Si parla spesso di pace ma non siamo capaci di attuarla e farla crescere; perché è più semplice scrivere un commento come questo, che renderla un principio fondamentale per tutti.

«Chiunque tenti di crearci ostacoli e interferire sappia che la Russia risponderà con delle conseguenze mai viste prima. Siamo preparati a tutto». Nel discorso con cui ha annunciato la guerra contro l’Ucraina Vladimir Putin ha pronunciato parole chiare nei confronti dell’Occidente. L’«operazione militare speciale» contro Kiev non deve essere ostacolata dall’Europa o dagli Stati Uniti.

Secondo il giornalista e Premio Nobel per la pace russo Dmitry Muratov proprio le frasi sulle “conseguenze mai viste” fanno pensare ad una guerra atomica: «Nelle sue mani – dice il direttore di Novaya Gazeta – il comandante in capo rigira il pulsante nucleare come il portachiavi di una macchina di lusso».

Questa aggressione militare, se non fermata, rischia di mettere a rischio la sicurezza di tutta l’Europa. Bisogna applicare la massima pressione sulla Russia perché ritiri le truppe e ritorni al tavolo dei negoziati.

Possibile che la storia non abbia insegnato niente all’umanità?

A volte viene da  chiedersi, se sia realmente possibile un giorno raggiungere una convivenza pacifica tra i popoli.

Noi la viviamo come gli spettatori di un film: solo ciò che ci interessa o invade i nostri diritti ricordiamo.

Ma non si può essere indifferenti  al video del soldato ucraino che annuncia i colpi di mortaio e dice “Non so come finirà, mamma, papà vi voglio bene”.

In un altro video, Un padre, dilaniato dalla sofferenza perché costretto a consegnare la figlia piccola ai soccorritori nella speranza di metterla in salvo dall’orrore della guerra. Le rimbocca il giubbino, il cappello e poi l’abbraccia forte, la stringe, la veste delle sue lacrime. Non sa quando e se la rivedrà.

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Adesso è importante  pensare alla tutela dei diritti umani, garantire il sostegno ai cittadini ucraini da parte della comunità internazionale e l’accesso delle agenzie umanitarie.

Citando Herbert George Wells, scrittore britannico tra i più popolari della sua epoca, convinto sostenitore del pacifismo: “Se non poniamo fine alla guerra, la guerra porrà fine a noi.”

Allora diciamo un “No” alla guerra che vuole proporsi anche come “Si” alla giustizia, alla Pace e alla speranza.

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