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Roma – Carroccia : «Solo le condizioni precarie, certificate dal medico presente, hanno impedito questa violenza.
Quando l’ufficiale giudiziario ha bussato alla loro porta, Mario ed Elisa – due anziani di 77 e 87 anni affetti da un’invalidità del 100% – non potevano crederci.
Si ritrovati con il rischio imminente di finire in mezzo a una strada nonostante la loro condizione di salute sia assolutamente precaria – lei è costretta sulla sedia a rotelle, lui è affetto da diabete, tumore e problemi al cuore.
Una situazione drammatica al punto di avere avuto bisogno, una volta arrivato l’ufficiale per lo sfratto, di un’ambulanza e di un medico che ha visitato i due coniugi e ha dichiarato l’impossibilità di eseguire lo sfratto, con conseguente proroga fino a metà giugno. Un rinvio sensato ma che non risolve certamente il problema.
L’appartamento di via Pollio 40, in cui Mario ed Elisa vivono da più di dieci anni, appartiene attualmente a Fondo Scoiattolo, un fondo di investimento immobiliare che ha attualmente il mandato di gestione e che ha presentato un’istanza – poi accolta – dal tribunale. Un’ordinanza che adesso funge da titolo esecutivo.
I sindacati degli inquilini promettono battaglia, mentre i figli della coppia stanno aiutando – tra mille difficoltà, considerando che la signora Elisa non può salire o scendere le scale – i genitori a trovare un’altra sistemazione.
«Ieri il Fondo Scoiattolo che gestisce il patrimonio della Cassa Ragionieri avrebbe sfrattato due anziani invalidi. Solo le condizioni precarie, certificate dal medico presente, hanno impedito questa violenza – dichiara a Repubblica Marco Carroccia di Unione Inquilini – il paradosso è che, mentre gli anziani pagano regolarmente le bollette per indennità  di occupazione, nello stesso palazzo ci sono diversi appartamenti chiusi da anni che la società non vende né affitta. Perché il Comune di Roma non si fa carico di queste persone che avrebbero diritto a una casa popolare? Perché a Roma ci sono così tante case chiuse di enti previdenziali pubblici e privati e altrettante persone in estrema precarietà abitativa?».
Da quanto si apprende, inoltre, i due anziani avrebbero anche pensato di accendere un mutuo – con il sostegno dei figli – per acquistare la casa. Adesso entro il 14 giugno saranno costretti a trovare un’altra sistemazione. Come se le difficoltà legata alle malattie e all’anzianità non bastassero.

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