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Un ricorso al Tar e un appello alla comunità: la storia di Luca, un bambino di 7 anni, simbolo di una lotta contro le barriere scolastiche.


La storia di Luca nome di fantasia, un bambino di 7 anni con disturbo dello spettro autistico, è diventata un caso emblematico che mette in luce le sfide e le ingiustizie che molte famiglie si trovano ad affrontare nel sistema educativo italiano. Dopo aver visto i rapporti con la sua scuola deteriorarsi, la storia raccontato dal quotidiano il Resto del Carlino, la famiglia di Luca ha intrapreso un’odissea legale culminata in un ricorso al Tar, che ha recentemente accolto la loro richiesta di trasferimento. Tuttavia, la ricerca di una nuova scuola continua a rimanere un’impresa ardua.

La madre di Luca, visibilmente commossa, racconta: «Quando mio figlio aveva quattro anni, ci siamo rivolti a una struttura privata in Albania, specializzata in autismo. Ci hanno consigliato di venire in Italia, a Reggio Emilia, per il progetto “Città senza barriere”, convinti che qui avremmo trovato un ambiente scolastico adatto alle sue esigenze. Adesso mi sembra tutto assurdo».

Le difficoltà di Luca non sono solo legate al suo disturbo, ma anche a un sistema educativo che, invece di abbattere le barriere, sembra costruirle. Dopo aver annullato l’iscrizione alla scuola elementare che ha frequentato nella prima classe, numerosi istituti del territorio hanno chiuso le porte al bambino. La pedagogista Emilia Graziella Sassi, che lo segue da anni, spiega: «Luca ha bisogno di un percorso formativo personalizzato. La scuola, inizialmente aperta alla collaborazione, ha poi deciso di proseguire senza il mio supporto, lasciando la famiglia in una situazione di isolamento e incomprensione».

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La frustrazione dei genitori è palpabile. «L’istituto ha fatto capire che se non fossimo stati d’accordo, avremmo potuto cercare altrove», continua Sassi. Così, dopo la promozione di Luca, la famiglia è stata costretta a cercare un’altra scuola. Dopo un iniziale accordo per il nulla osta, l’istituto ha ritrattato, costringendo i genitori a un ricorso legale.

«Si sta giocando con la vita di un bambino», denuncia la madre. «Per chi è autistico, stare insieme agli altri è fondamentale. Luca ha il diritto di andare a scuola, come tutti gli altri. Questa esperienza ci fa male, ma non ci arrenderemo».

La vicenda di Luca è un richiamo all’attenzione su un tema cruciale: il diritto all’istruzione per tutti i bambini, indipendentemente dalle loro differenze. La madre di Luca si fa portavoce di una battaglia più ampia, chiedendo alla comunità di non voltare le spalle a chi, come suo figlio, ha bisogno di supporto e inclusione.

In un momento in cui il dibattito sull’inclusione scolastica è più che mai attuale, la storia di Luca e della sua famiglia ci ricorda che ogni bambino merita l’opportunità di crescere, imparare e interagire con i propri coetanei, senza barriere né discriminazioni. La speranza è che, grazie a questa testimonianza, altre famiglie possano trovare il sostegno di cui hanno bisogno e che le istituzioni possano finalmente rispondere con azioni concrete a queste esigenze fondamentali.

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