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Ancona – È stata inaugurata questa mattina ad Ancona, con la consegna delle chiavi, la nuova struttura di via Ruggeri idonea ad ospitare in regime di co-housing persone giovani con disabilità. Struttura nata nell’orbita dello splendido progetto C’Entro Anch’IO, dove risiederanno le ragazze e i ragazzi. Trattasi di un luogo in cui sperimentare un modello di vita domiciliare indipendente, supportati dall’assistente personale. L’iniziativa è stata fortemente sostenuta dal Comune di Ancona, in collaborazione con partner istituzionali ed alcune associazioni.
Al taglio del nastro erano presenti anche il sindaco di Ancona Valeria Mancinelli e l’assessore alle Politiche sociali Emma Capogrossi. L’abitazione è stata resa disponibile grazie ad un accordo con l’Erap, i professionisti di Ikea e i rappresentanti del Rotary (impegnati nell’attività di assemblaggio dei mobili da loro donati per l’abitazione). «La loro emozione, il loro grazie, la loro gioia ci danno la carica per proseguire su questa strada – la voce entusiasta del primo cittadino -. Grazie a tutti coloro che contribuiscono alle varie progettualità sociali».
L’amministrazione, nonostante la pandemia, ha continuato a portare avanti progetti in favore delle persone con disabilità, aumentando servizi dedicati al raggiungimento di una vita autonoma. Tra questi anche C’Entro Anchi’IO (che rientra interamente nella Convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità), finanziato con 100mila euro grazie ad un fondo statale, dopo il dettagliato progetto presentato dal Comune dorico alla Regione.
Al momento ci vivranno in co-housing quattro persone: l’obiettivo è di arrivare fino ad otto. Il nuovo alloggio è di 105 metri quadri e completamente ristrutturato con l’eliminazione delle barriere architettoniche, in luogo dell’installazione di ausili di domotica. «La città di Ancona – aggiungono sindaco e assessore Capogrossi – da molti anni è impegnata nel promuovere i diritti delle persone con disabilità, non solo di servizi in risposta ai loro bisogni. Tra i diritti c’è quello di poter vivere emancipandosi dalla famiglia di origine, di abitare in autonomia, e di conseguenza il nostro obiettivo è quello di garantire interventi finalizzati all’inclusione, al potenziamento delle autonomie acquisite, al mantenimento delle abilità raggiunte, con priorità alle situazioni di maggiore gravità, in linea con quanto disposto da normative nazionali e regionali in materia».