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Approvata la mozione per lo studente in carcere in Egitto dal febbraio 2020.

Con 358 voti a favore e 30 astenuti la Camera ha approvato la mozione, primi firmatari Lia Quartapelle e Filippo Sensi del Pd, per la concessione della cittadinanza italiana a Patrick Zaki, lo studente egiziano impegnato nella lotta per i diritti umani, che ha frequentato un master all’Università di Bologna, in carcere nel suo Paese dal febbraio 2020.

Il documento impegna il governo “ad avviare tempestivamente, mediante le competenti istituzioni, le necessarie verifiche al fine di conferire a Patrick George Zaki la cittadinanza italiana; a continuare a monitorare, con la presenza in aula della rappresentanza diplomatica italiana al Cairo, lo svolgimento delle udienze processuali a carico di Zaki e le sue condizioni di detenzione; a continuare a sostenere, nei rapporti bilaterali con l’Egitto e in tutti i consessi europei ed internazionali, l’immediato rilascio di Patrick Zaki e di tutti i prigionieri di coscienza: difensori dei diritti umani, giornalisti, avvocati e attivisti politici finiti in carcere solo per aver esercitato in modo pacifico i loro diritti fondamentali”.

La mozione infine chiede al Governo di “continuare ad adottare iniziative affinché le autorità egiziane rispettino i diritti alla libertà d’espressione, di associazione e di manifestazione pacifica e spezzino il circolo dell’impunità per le gravi violazioni dei diritti umani in corso nel Paese” e di “promuovere, in sede europea, azioni volte a sostenere le università dell’Unione nella tutela dei diritti umani degli studenti iscritti, nell’ambito della propria attività di studio e ricerca”.

“Anche la Camera ha approvato la mozione perché sia data la cittadinanza a Patrick Zaki. Ora che il Parlamento nella sua completezza si è pronunciato sta al Governo a fare la sua parte”, scrive il segretario dem Enrico Letta su Twitter.

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“Ora la palla sta al governo.
Mi auguro che almeno questo non sia un tema “divisivo” e si proceda immediatamente al conferimento della cittadinanza. Ma tutto ciò, ovviamente, non basta.” Scrive Nicola Fratoianni  di Sinistra Italiana con un post su Facebook.

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