di Giuseppe Musto
Modena – Ennesimo triste fatto di cronaca, di un bimbo con sindrome autistica ignorato da tutti i suoi compagni di classe, sebbene i suoi genitori li abbiano invitati per il compleanno del loro Bambino. La sala, addobbata a festa per l’occasione, anche. E gli inviti erano stati regolarmente spediti.
Dei 23 compagni di classe, infatti, se n’è presentato solamente uno. Gli assenti, la maggior parte non avrebbe avuto nemmeno il buon cuore di avvertire.
Ma la madre, Maria Giovanna Carlini, ha preferito non lasciar correre e, armata di smartphone, ha affidato il suo sfogo a una diretta Facebook: “Oggi da mamma di un bambino con disabilità mi sento delusa dalle persone che ci stanno vicino. Ho scritto l’invito per la festa di compleanno di mio figlio nella chat dei genitori dei suoi compagni, dove sono presenti in 18. Mi hanno risposto solo in cinque”.
È la triste storia di un compleanno finito male, quella che arriva da Cavezzo, nel modenese. Praticamente tutta la classe della scuola materna statale del paese, infatti, ha dato forfait alla festa di un bambino autistico. Lui, già pronto a spegnere la sua quarta candelina, non si sarebbe accorto di nulla proprio a causa della sua condizione.
Qualcuno non è potuto venire per un contrattempo all’ultimo minuto, un altro bimbo era malato, mentre altri genitori ancora hanno detto “che sono testimoni di Geova e non festeggiano i compleanni”. La mamma, comunque, ha apprezzato: “Sono stati corretti innanzitutto per la risposta e poi perché mi hanno anche spiegato il motivo della loro assenza”.
Da quando si apprende dai numerosi quotidiani che hanno trattato questa brutta storia: Alla fine, però, alla festa si è presentato un solo compagno. E questo nonostante la dirigente scolastica della materna, Stefania Bigi, parli di un “bambino dolce e sorridente, pienamente inserito e ben voluto in una classe tranquillissima”.
“Ci sono rimasta molto male anche perché avevo fatto degli investimenti per organizzare il compleanno e comprato anche una grande torta – spiega oggi Maria Giovanna – Io non so quale sia il motivo: qualcuno ha detto che mio figlio non è vaccinato e che sarei una “no vax” – in effetti alcuni post sul suo profilo Facebook sembrano quantomeno dubbiosi sulla sicurezza dei vaccini, ndr – Ma mio figlio non può essere vaccinato, e non vedo come il fatto che io sia a favore o contro i vaccini debba ricadere su mio figlio. Ho saputo poi che molte madri mi hanno accusato di volermi fare pubblicità solo perché nell’invito avevo chiesto di non portare regali, in quanto mio figlio ha già tanti giochi, ma piuttosto di fare una donazione alla nostra associazione”.
La classe non deve essere solo un luogo di apprendimento ma anche di umanità, solidarietà, bisogna ritornare alle strette di mano, abbracci, sorrisi, perché un “like” può far anche piacere, ma quello che si prova sentendosi parte di un gruppo “reale” di coetanei, il confrontarsi con il compagno guardandosi negli occhi, questo è una soddisfazione che nessun “like” potrà dare mai
Purtroppo ancora oggi si scambiano le parole inserimento con inclusione.Credo che questo sia un insuccesso non solo dei bimbi ma si tutto gli adulti che a vario titolo fanno parte della vita di questi bimbi.